Il testo richiama l’amore coniugale che comporta una totalità in cui entrano tutte le componenti della persona-richiamo del corpo e dell’istinto, forza del sentimento e dell’affettività, aspirazione dello spirito e della volontà; esso mira a una unità profondamente personale, quella che, al di là dell’unione in una sola carne, conduce a non fare che un cuore solo e un’anima sola: esso esige l’indissolubilità e la fedeltà della donazione reciproca. Maschio e femmina sono a immagine di Dio, perché liberi, di una libertà sponsale. L’amore è pertanto la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano. In quanto spirito incarnato, ossia anima che si esprime nel corpo e corpo informato da spirito immortale, l’uomo è chiamato all’amore in questa totalità unificata. La fecondità è il segno dell’amore coniugale, la testimonianza viva della piena donazione reciproca degli sposi. Matrimonio e verginità sono entrambe vocazioni all’amore e alla comunione, seppur con modalità diverse e complementari. Sono manifestazioni particolari dello Spirito per l’utilità comune (1 Cor 12,7). Il matrimonio Sacramento costituisce un segno-realtà del rapporto soprannaturale che esiste tra Gesù Cristo-Capo e la Chiesa suo Corpo. La verginità è una realtà-segno di ciò che il matrimonio è simbolo.